Il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Terra, l’Earth Day: una giornata dedicata alla salvaguardia del nostro pianeta.
Un appuntamento mondiale che si tiene ogni anno per riflettere insieme su problematiche di interesse globale: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, emissioni di gas serra e cambiamenti climatici, la distruzione degli ecosistemi, la deforestazione, la crisi alimentare, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili.
Un richiamo collettivo per rimettere al centro della nostra attenzione la responsabilità che abbiamo nel preservare, quotidianamente, la sopravvivenza del pianeta e la qualità della vita di tutti noi.
La Giornata Mondiale della Terra non può allora ridursi a una sola ricorrenza annuale: ogni giorno si compie la Giornata della Terra.
Anche noi di Psiche Dintorni vogliamo cogliere l’occasione per dedicare uno spazio di riflessione al tema della consapevolezza ambientale, perché il benessere psicofisico individuale non può prescindere dal benessere dell’ambiente nel quale viviamo e dal quale dipendiamo, e allo stesso tempo nessun benessere ambientale è possibile se non ci occupiamo della consapevolezza del nostro modo di essere nel mondo.
Celebrare ogni giorno la Giornata della Terra significa, innanzitutto, sentirsi “parte” di questo Pianeta e sentirsi, individualmente e collettivamente, responsabili delle proprie azioni e dell’impatto che ciascuna di esse ha su scala globale: l’effetto sull’ambiente, sulle altre persone, sulle altre specie, sulle generazioni future.
Ogni più piccolo gesto che compiamo, quotidianamente, nella nostra vita comporta inevitabilmente degli effetti il cui eco riverbera sull’intera esistenza collettiva: possiamo pensare all’impatto sull’ambiente che hanno piccole azioni quotidiane come la scelta dei mezzi di trasporto, le scelte alimentari, la raccolta dei rifiuti, il consumismo compulsivo, lo spreco delle risorse, l’utilizzo della carta, plastica e altri materiali.
Azioni apparentemente marginali, eppure ciascuna di esse produce un effetto non indifferente sulla salute del pianeta.
Per quanto piccolo e insignificante possa apparirci il nostro gesto, è pur sempre una goccia di un grande mare.
Prenderci cura della nostra piccola goccia è tutto ciò che possiamo scegliere di fare, e ogni volta che ci prendiamo cura della nostra goccia ci saremo presi cura dell’intero mare.
Coltivare la consapevolezza non significa dover essere perfetti o infallibili, o sentirsi in colpa qualora le nostre azioni non siano impeccabili; significa semplicemente allenarsi a essere sempre più presenti, renderci in grado di osservare le cose con uno sguardo più ampio, e di fare scelte sempre più consapevoli.
Prenderci cura del nostro spazio consapevole è il dono più prezioso che possiamo fare non solo a noi stessi, ma anche a chi ci circonda e al nostro pianeta: più ampliamo il raggio della nostra consapevolezza e più saremo in grado di vedere chiaramente quale “pezzetto di noi” mettiamo ogni giorno nel mondo.
Come coltivare la nostra consapevolezza per un pianeta migliore?
La pratica informale di Mindfulness ci viene in aiuto: si tratta di portare una piena presenza mentale nelle azioni che compiamo abitualmente, usando il supporto del respiro e ancorandoci al corpo per essere davvero presenti nel qui e ora.
Se siamo persi nei nostri pensieri, le probabilità di compiere gesti inconsapevoli e distratti aumenta notevolmente; eppure l’inconsapevolezza purtroppo non ci salva dalla nostra responsabilità e dalle conseguenze delle nostre azioni, nel breve e lungo termine.
Tornare al momento presente ci permette invece di risvegliarci all’esperienza che accade, e di scegliere consapevolmente i comportamenti che riteniamo più idonei e meno dannosi, per noi stessi e per tutto ciò che è intorno a noi, in ogni momento.
Ecco alcuni passi verso una consapevolezza ambientale:
1. Portare la consapevolezza al rapporto tra noi e la Terra.
Potrebbe essere utile innanzitutto soffermare l’attenzione sul modo in cui ci vediamo in relazione alla Terra, intesa non come concetto astratto ma come l’ambiente concreto nel quale viviamo.
Possiamo usare una semplice pratica di Mindfulness per contattare le nostre risposte più profonde:
la prossima volta che ti capita di sederti nella natura, prova a portare la consapevolezza al respiro e a seguirlo per qualche inspirazione ed espirazione.
Quando la mente comincerà a calmarsi, puoi lasciar cadere alcune domande nel tuo spazio consapevole e osservare cosa sorge spontaneamente e quali sensazioni fisiche sono connesse a queste domande:
– Chi sono io per il mondo (ambiente, persone, società, animali) e cos’è il mondo per me?
– Quanto il mio benessere dipende dall’ambiente in cui vivo e quanto il benessere dell’ambiente dipende da me?
– Quale impatto hanno le mie azioni sulla vita intorno a me (natura, animali, persone)?
– Cos’era il mondo prima che io arrivassi e cosa sarà dopo che lo avrò lasciato?
Capita forse a tutti di passare da momenti in cui ci sentiamo isolati e separati a tutto il resto dell’esistenza, a momenti in cui ci sentiamo più in relazione con chi e cosa ci circonda.
Fermarci ad ascoltare come ci sentiamo rispetto all’ambiente, ci permette di osservare se e in quale misura ci sentiamo interdipendenti con l’ambiente nel quale viviamo e con gli esseri viventi che lo popolano.
Viviamo in un’epoca in cui l’individualismo ha preso il sopravvento e un generale senso di instabilità e irrequietezza ci porta affannosamente a pensare che per poter sopravvivere a noi stessi dobbiamo concentrarci solo sui problemi che ci toccano da vicino.
E già è una fatica occuparci di quelli… chi ha tempo di pensare al pianeta?
Eppure ci dimentichiamo troppo in fretta che il pianeta non è avulso da noi, e non è semplicemente lo spazio che ci circonda, ma molto più di questo.
Pensiamoci. Banalmente, ogni cellula del nostro corpo è fatta degli stessi elementi che sono presenti in natura, ed è della stessa terra che ci nutriamo.
Se la terra si ammala, noi ci ammaliamo. Se l’aria è inquinata, noi siamo inquinati. Se l’acqua è malsana, noi siamo malsani. Considerazioni scontate, eppure non abbastanza da guidare le nostre azioni.
Le catastrofi naturali poi ci ricordano, dolorosamente, quanto la nostra vita e quella della terra siano strettamente connesse.
Prenderci cura della Terra non significa occuparsi di qualcosa fuori di noi: significa prenderci cura di noi.
E non è un aiuto astratto che lanciamo nell’etere, ma un atto concreto che ha conseguenze precise e dirette su ciascuno di noi.
Solo nella misura in cui comprendiamo che il benessere dell’individuo è intimamente connesso al benessere di tutto ciò che vive intorno a noi possiamo realmente prenderci cura della nostra esistenza su questo pianeta.
Osservare il nostro rapporto con il pianeta da una prospettiva più ampia e temporale potrebbe renderci più consapevoli anche del fatto che c’è stato un “prima” nel quale qualcun altro ha vissuto, ospite come lo siamo noi, su questo pianeta, lasciandocelo nel modo in cui lo abbiamo trovato;
e che ci sarà un “dopo” rispetto al quale ciascuno di noi ha una responsabilità nel modo in cui sceglie di vivere e nel modo in cui sceglie di “consegnare” il mondo alle generazioni future.
Il mondo è di tutti: tutti quelli che lo abitano, lo hanno abitato e lo abiteranno; non dimentichiamocelo mai e lasciamolo così come vorremmo trovarlo.
E potremmo aprire una riflessione personale sul nostro senso di possesso o di appartenenza rispetto alla Terra: talvolta si potrebbe sentire che il pianeta è la “nostra” casa in termini di possesso, autorizzandoci, come esseri umani che ne dispongono la proprietà , a trattarla come più ci conviene nel breve termine;
altre volte potremmo sentirla invece “nostra” in un senso più ampio di appartenenza, rispetto al quale possiamo sentirci parte-di-un-tutto in cui ognuno mette il suo piccolo pezzo per prendersi cura di questa grande casa che tutti quanti abitiamo.
Vogliamo essere custodi o dominatori di questo pianeta?
2. Portare la consapevolezza all’intera bellezza che si schiude ogni giorno davanti ai nostri occhi.
Così assorti come siamo nella rincorsa frenetica che caratterizza le nostre vite, ci perdiamo spesso l’immensità e la pienezza di tutta la vita che si offre a noi: il canto degli uccellini mentre corriamo al lavoro, le sfumature del tramonto mentre siamo in coda nel traffico, un ramo di ciliegio fiorito che sporge da un cancello, l’odore della pioggia mentre ci ripariamo sotto l’ombrello.
Sono tantissimi i momenti quotidiani in cui possiamo tornare ad apprezzare la bellezza e l’armonia della Terra; ma solo a patto di riuscire a tornare, anche solo per un istante, al nostro respiro.
Può bastare un respiro completo per fermarci a contemplare, ascoltare, annusare, le meraviglie intorno a noi. E questo è il potere della presenza mentale nel qui e ora dell’esperienza… un senso di pienezza potrebbe pervaderci, colmandoci di gioia inaspettata.
Tornare a innamorarci della Terra è un primo passo di consapevolezza per riavvicinarci alla natura, per non sentirci così isolati e soli in questa società talvolta alienante, per recuperare un senso di completezza e il desiderio di prenderci cura di un benessere collettivo che allo stesso tempo include noi stessi e va oltre a noi.
3. Portare la consapevolezza ai doni che la terra ci offre e coltivare la gratitudine.
Capita spesso di apprezzare ciò che si riceve solo nel momento in cui si smette di riceverlo, dandone per scontata la presenza nella quotidianità.
Anche in questo caso, è tutta una questione del grado di consapevolezza che portiamo nella vita: se siamo assorti e lontani dal momento che stiamo vivendo, non ci accorgiamo dei doni che la terra ci offre; quando mangiamo, ad esempio, potremmo essere consapevoli che il cibo è un vero e proprio dono assaporandolo pienamente, quando facciamo un respiro profondo potremmo apprezzare l’aria che ci ossigena, quando camminiamo potremmo sentire la forza del suolo che sostiene ogni nostro passo e la nostra stessa esistenza.
Queste osservazioni potrebbero essere talmente ovvie da essere diventate ormai lontane da ciò che sperimentiamo quotidianamente; ma se torniamo a “viverle” e non solo a pensarle, potremmo cambiare davvero il nostro sentire.
E quando siamo davvero consapevoli di ciò che riceviamo può crescere quel senso di gratitudine che ci porta istintivamente a prenderci cura di ciò che rende ogni giorno la nostra vita piacevole.
4. Portare la consapevolezza a tutto ciò che è accaduto prima della nostra scelta e a tutto ciò che deriverà dalla nostra azione.
Ritengo che questo sia un punto molto importante, e allo stesso tempo molto difficile.
Si tratta di osservare le nostre scelte quotidiane allargando lo sguardo ad una prospettiva molto più ampia, che ci metta in grado di comprendere il senso più profondo e il risvolto collettivo delle proprie azioni.
Significa fermarsi a immaginare tutto quello c’è dietro a una nostra possibile scelta: ad esempio nella scelta del cibo, potremmo pensare a tutto quello che è accaduto prima che quel cibo arrivasse sullo scaffale del supermercato (quanti kilometri ha percorso e quanto inquinamento ha prodotto per arrivare a noi? Chi lo ha prodotto, in che modo e con quali mezzi? Quali passaggi sono avvenuti nella catena di produzione e distribuzione? C’è stata della sofferenza o sfruttamento nella produzione di quel cibo? Cos’era questo cibo in origine? Quale etica segue l’azienda produttrice?…).
E lo stesso potremmo chiederci rispetto a innumerevoli scelte quotidiane.
Allo stesso modo, potremmo pensare anche alle possibili conseguenze delle nostre azioni: dove andranno a finire questi rifiuti? Cosa comporta a livello ambientale tenere il riscaldamento alto o una luce in più accesa? Quali conseguenze può avere la scelta di comprare alcuni prodotti piuttosto di altri? Ho davvero bisogno di questo oggetto? Cosa comporta acquistarlo? Quali imballaggi producono più o meno inquinamento? ….
Lo ripetiamo: non si tratta di fare scelte perfette, ma di rendersi consapevoli della connessione tra le nostre singole azioni e l’impatto su più larga scala.
5. Restituire qualcosa alla Terra ogni volta che ci accorgiamo di averle sottratto qualcosa.
Proprio in virtù del fatto che fare scelte totalmente innocue per il pianeta è pressochè impossibile, possiamo almeno stabilire l’intenzione di provare a “restituire” qualcosa alla terra ogni volta che le “sottraiamo” qualcosa.
Possiamo così fare alcune azioni “riparatrici” scegliendo un piccolo impegno che possiamo assumerci: se ad ogni nostra azione potenzialmente dannosa per il pianeta facessimo corrispondere un’azione riparatrice di pari livello, quantomeno ridurremmo l’impatto del nostro danno.
E allo stesso tempo coltiveremmo così il nostro personale senso di utilità rispetto al mondo che custodiamo.
6. Cooperare per un bene comune.
Abbiamo bisogno di molto più che delle nuove tecnologie per proteggere il pianeta;
ci servono un senso di comunita’ e una cooperazione concreta. Thich Nhat Hanh
Se proteggere il pianeta è questione di sopravvivenza collettiva, tutti possiamo fare la nostra parte collaborando insieme verso la stessa meta.
Quando portiamo la nostra consapevolezza ambientale in un certo contesto, anche semplicemente con il nostro esempio concreto, possiamo risvegliare la coscienza e la responsabilità collettiva.
L’importanza della cooperazione concreta per un benessere comune si evince anche da come le azioni di condivisione e collaborazione non solo rappresentano un aiuto per i singoli ma il loro impatto su scala ambientale va spesso nella direzione della salvaguardia delle risorse: pensiamo al car sharing ad esempio che permette ai singoli di risparmiare e allo stesso riduce l’inquinamento, o alla condivisione degli spazi che consente di ridurre i consumi energetici, o allo scambio di oggetti inutilizzati che riducono l’esaurimento delle risorse e la produzione dei rifiuti, e così via.
Quando si va insieme verso la stessa direzione, la meta si fa molto più vicina e il cammino più piacevole.
Ogni giorno è il giorno della Terra.
E ognuno di noi ogni giorno riveste un ruolo verso il futuro del pianeta: a noi scegliere quali orme vogliamo lasciare sulla terra.
Curare amorevolmente la nostra preziosa Terra non è un obbligo, ma una questione di felicità e sopravvivenza individuale e collettiva. Thich Nhat Hanh
Scarica anche “Il Trattato di Pace con la Terra” di Thich Nhat Hahn: un’utilissima guida ecologica per tradurre il nostro impegno in azioni concrete.
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