Eccoci a narrarvi uno scorcio dell’esperienza che si è generata dalla partecipazione collettiva al pomeriggio di Eco- Mindfulness al Forte Gazzera.
Raccontare un’esperienza non è mai come viverla sulla propria pelle e sentirne l’eco interiore.
Le parole sembrano sfuggire un po’ alla descrizione di ciò che abbiamo provato a costruire tutti insieme.
Anche le rappresentazioni visive sembrano finestre troppo piccole da cui guardare l’intera esperienza che ciascuno può aver vissuto.
Così vi lasciamo qualche angolatura a cui potervi affacciare, con l’invito a lasciare uno sguardo aperto verso un orizzonte da esplorare solo con i propri occhi.
E’ un orizzonte che vuole essere ascolto, contatto e connessione, con la natura, e con noi tutti come parte di un’unica sola Natura.
Uno sguardo alla giornata di Eco-Mindfulness
Ecco a voi un breve video che cattura, in istantanei fotogrammi, i momenti della giornata di Eco-Mindfulness.
Abbiamo cominciato le pratiche di Eco-Mindfulness riunendoci in cerchio.
Il modo migliore di guardarsi negli occhi e cominciare questa avventura insieme.
Qualche minuto per ascoltarsi e dedicare uno spazio interiore per guardare in profondità nei segnali di sofferenza che la Terra continuamente ci manda.
A volte siamo troppo presi per ascoltare davvero; per sentirci partecipi di questa grande sofferenza… che poi è anche nostra.
Sì, perché abbiamo provato a vedere in che modo il dolore della Terra sia unito al dolore di tutti noi, suoi abitanti.
Che la sofferenza ambientale sia forse il riflesso di un malessere esistenziale che grida sotterraneo nell’inconscio collettivo della società consumista? Che ci porta a consumare compulsivamente le risorse naturali, per rispondere a un senso di vuoto che alberga nei nostri cuori.
Forse un unico dolore, un’unica causa: il senso di separazione che, come esseri umani, sentiamo tra noi e nei confronti dell’intero mondo naturale, che ci porta a sentirci soli e a consumare per riempire questo vuoto.
Un sentire diverso…
Così abbiamo provato a lasciare aperta la porta del nostro cuore a un sentire diverso, a quello spazio di connessione con tutto ciò che c’è, che può generarsi nel silenzio di una presenza viva, quando il chiacchiericcio della mente lascia posto all’intera esperienza.
La Mindfulness, ovvero l’allenamento alla consapevolezza del momento presente, è stata la chiave che abbiamo usato per aprire questo spazio di ascolto interiore.
Quando siamo immersi nei nostri pensieri infatti ci perdiamo il contatto con ciò che accade dentro e fuori di noi, e non prestiamo attenzione alla presenza di persone, animali ed elementi naturali intorno a noi.
L’invito per tutta la giornata era quello di osservare i momenti in cui la mente si distraeva nei suoi racconti, per riportarla, con gentilezza, al momento presente, alle sensazioni del respiro e del corpo. E poi espandere la consapevolezza a tutto ciò che era presente in quel momento.
Un gesto di amore per tutti noi
Un buon modo per sentirsi insieme è donarsi. Ci siamo donati alla natura e lei si è donata a noi.
Insieme, in gruppetti, abbiamo infatti offerto un atto di gentilezza alla natura amica, aiutandola a ripulirsi da precedenti azioni di incuranza umana.
Un’incuranza che non è solo di “altri”, ma che riflette una parte di tutti noi.
Possiamo sentirci “insieme” a chi ha sporcato, e insieme a chi pulisce.
Abbiamo provato a dedicarci a quest’attività in modo consapevole, secondo i principi dell’Eco-Mindfulness.
Ci siamo immersi in questo dono reciproco, in quel silenzio in cui anche la natura trova spazio per donarsi, fra canti di uccellini, cicale, colori vivaci e forme di armonica infinita bellezza.
E se provassimo a viverci non come qualcuno che sta aiutando il bosco, ma come parte del bosco che sta aiutando se stessa? Questo uno spunto per cambiare prospettiva e sentirsi “parte”.
Camminare solo per camminare…
Dopo la raccolta dei rifiuti, una camminata consapevole tutti insieme verso il bosco.
Nella mindfulness, quando si cammina, non si cammina per arrivare da qualche parte.
Si cammina solo per esserci, per godere della propria esperienza del camminare.
L’invito era di prestare attenzione all’intero corpo che cammina, entrando in contatto con le sensazioni dei piedi, gli aggiustamenti del peso del corpo, i muscoli che si muovono.
Abbiamo provato a sentire come la terra ci sostenga in modo incondizionato, e a offrirle la nostra reciprocità, camminando con passi gentili che accarezzano il suo dorso erboso.
E ci siamo presi qualche minuto per fermarci, con tutta la nostra presenza, a contemplare, in silenzio, lo spettacolo della natura davanti a noi.
Come alberi…
Nel bosco abbiamo potuto esplorare il senso più intimo di connessione con gli alberi e tutta la natura con alcune pratiche di Eco-Mindfulness pensate appositamente.
Ci siamo sparpagliati, ognuno scegliendo un albero… o facendoci scegliere da un albero.
Abbiamo provato a sentire il nostro corpo, e a percepire la somiglianza con il corpo dell’albero. Abbiamo un tronco, saldo e stabile: è la parte bassa del corpo, e sono le sensazioni del respiro.
E abbiamo rami e foglie che si muovono al vento: è la parte alta del corpo, la mente, leggera e volatile, che si muove qua e là fra un pensiero e l’altro.
Quando siamo nella parte della testa, possiamo essere portati via dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni, e possiamo sentirci instabili.
Ma quando siamo nella tempesta delle emozioni, possiamo scendere con la consapevolezza al respiro, e possiamo sentire che lì c’è un centro stabile e un luogo sicuro dentro di noi.
Con gli alberi…
Ci siamo poi dedicati a conoscere il “nostro” albero con tutti i sensi e siamo rimasti in ascolto del legame invisibile che ci unisce ad esso.
Abbiamo poi esplorato un rapporto più profondo attraverso il corpo e il respiro, scegliendo il tipo di contatto con l’albero che ci faceva sentire più a nostro agio: una mano sul suo tronco, un abbraccio, o la nostra schiena appoggiata alla sua corteccia.
Attraverso la consapevolezza del respiro e guidati in una meditazione di consapevolezza,
ci siamo aperti alla presenza reciproca, alla gratitudine e gioia per l’interdipendenza tra la nostra vita e quella dell’albero.
Essere alberi, essere bosco, essere Vita
Abbiamo anche provato a “sentirci” albero, spingendoci con l’immaginazione a provare ciò che può sperimentare un albero, in un pieno contatto con la sua esistenza.
In particolare, abbiamo provato ad ascoltare più pienamente il dolore dell’albero, di tutti gli alberi, della natura, di tutti noi.
Ogni secondo viene tagliata una superficie di foresta pluviale pari a 4047mq.
Ogni secondo, anche ora che io scrivo e voi state leggendo.
Anche ora.
Tutti insieme, abbiamo generato nei nostri cuori l’intenzione di prenderci cura di tutti noi.
E abbiamo provato a espandere la consapevolezza a tutta la vita intorno a noi, sentendoci foglie di uno stesso albero.
Ci siamo ringraziati per la splendida esperienza fatta insieme, e abbiamo aperto uno spazio di condivisione e ascolto.
Essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo
Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno contribuito, con la propria presenza, a questa esperienza di condivisione e unione.
Ringraziamo chi porterà qualche piccolo seme di questa consapevolezza nel proprio cuore e intorno a sé.
A noi è rimasto il senso di unione e partecipazione nel condividere l’importanza di costruire vie di cambiamento insieme.
Possiamo continuare a coltivare un senso intimo e viscerale del sentirci “parte”, e donare alla nostra esistenza la possibilità di giocare il proprio piccolo e prezioso ruolo nella ragnatela della vita.
Che tutti noi possiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
Nashira Laura Andreon
Psicologa psicoterapeuta