I mezzi di informazione (Media) decidono per noi i temi ai quali, ogni giorno, presteremo attenzione.
Attraverso le notizie che riportano e quelle che invece ignorano, saremo portati a considerare un argomento piuttosto che un altro. E anche il modo in cui ci pensiamo viene orientato dai media, a seconda della cornice di senso con cui viene proposto ai lettori.
Strategia per vendere giornali
Io per esempio, ogni giorno, uscendo di casa, mi imbatto nella civetta dell’edicola, dove sono esposti a caratteri ben visibili, gli estratti delle notizie che si suppone “colpiscano” di più l’attenzione della gente.
Stamattina: Uccide la vicina di casa con la sega elettrica e si barrica; Carnevale in migliaia in piazza San Marco
Lo schema è ricorrente: una notizia choc di cronaca a caratteri cubitali e una neutra in piccolo, sotto. Molti vengono attratti da notizie del genere e l’intento di questa strategia “civetta” è di spingere le persone a comprare il quotidiano.
Ma perché leggiamo minuziosamente le “cattive notizie”?
Non si tratta in genere di tendenze voyeuristiche, ma di un tentativo di mettersi al riparo dalla possibilità che ci capitino queste stesse situazioni, un modo quindi per rassicurarci, restando all’erta.
Ma il risultato che otteniamo è incerto e dannoso.
Thich Nhat Hanh, un monaco illuminato, ci invita a scegliere con cura i programmi televisivi, i siti internet, i videogiochi, i film, perché come un cibo che può contaminarci o nutrirci, anche questi elementi si depositano dentro di noi inquinandoci o sostenendoci a loro modo.
Di cosa ci nutrono i telegiornali?
In genere, telegiornali, giornali radio e quotidiani informano principalmente sulle notizie negative che accadono, questo per motivi che non è mia intenzione analizzare qui: attentati terroristici, omicidi, rapine, incidenti, malattie, disastri naturali, truffe, fallimenti.
Questo non significa che nel mondo ogni giorno accadano solo questi tragici fatti, anzi, ma che quasi esclusivamente questi trovano spazio sui mezzi di informazione. E tutti noi che siamo destinatari di queste notizie ci formiamo un quadro della realtà distorto e sbilanciato a favore del negativo.
Ci convinciamo cioè che nel mondo accadano per lo più cose brutte, perché queste sono le cose di cui abbiamo notizia e che hanno maggiore impatto.
Cosa produce tutto questo?
Un senso di impotenza per quello che vediamo accadere e per cui non possiamo fare quasi nulla. Perché siamo sommersi da “troppa” violenza, morte, disperazione, dolore. Si scatenano in noi emozioni come la paura, l’odio, l’angoscia, la diffidenza, la rassegnazione, fino all’anestesia emotiva, per difesa.
Registriamo un mare di informazioni drammatiche in modo distratto, informazioni che sollecitano stati mentali forti e che generano emozioni e comportamenti. Il tutto sotto la soglia della coscienza. Ma ogni brutta notizia che capita ad un altro essere umano, ci mette in allerta, ci fa sentire vulnerabili, tristi, depressi. Bisognerebbe fermarci e prenderci cura di tutte queste emozioni alla fine di ogni telegiornale. Ma non ne abbiamo il tempo e allora via che ripartiamo con quel carico sullo stomaco.
Un nuovo modo di fare giornalismo
Un movimento che si sta diffondendo oggi è quello del giornalismo costruttivo. Cioè invece di dare solo il resoconto di un problema o di un fatto negativo, il giornalista costruttivo si occupa anche di testimoniare sulla soluzione a quel problema, in modo da lasciare il lettore con una sensazione di speranza, di ottimismo.
In nostro potere c’è la scelta di dove posare l’attenzione, consapevoli degli effetti che ogni scelta ha dentro di noi. Non significa coprirsi gli occhi per non vedere, ma guardare dove questo può portare ad un risultato utile e non solo per rispondere ad un’abitudine illusoria di controllo.
Elisa Vezzi
Psicologa e Psicoterapeuta
Quanto è vero. ..io dopo il corso mindfundess non accendo neanche la tv, forse neanche prima,
Salve Cristina, grazie per il suo commento.
Concordo, si diventa più sensibili e consapevoli a ciò che si ingerisce!
Elisa