Nell’articolo precedente abbiamo descritto il disturbo ossessivo compulsivo (DOC), in cosa consiste e come si distingue un’ossessione da una preoccupazione.
Adesso vediamo la parte dell‘intervento psicoterapeutico in chiave cognitivo-comportamentale.
L’appellativo cognitivo-comportamentale si riferisce al fatto che insieme, terapeuta e paziente, si dedicano a individuare e lavorare sui pensieri e le emozioni (cognizioni) e sui comportamenti (rituali o compulsioni) del paziente.
Identificare ossessioni e compulsioni
Una parte della terapia cognitiva consiste nell’identificare i pensieri ossessivi e i rituali. Attraverso alcuni strumenti semplici si permette alla persona di distinguere i pensieri ossessivi (intrusivi, fuori controllo, bizzarri) dai pensieri automatici negativi, che seguono temporalmente i primi e rappresentano il ponte concettuale che collega questi al rituale. Se ad esempio mi viene in mente che potrei aver lasciato il gas aperto (pensiero ossessivo), potrei pensare che scoppierà un incendio e qualcuno verrà ferito o addirittura ucciso a causa della mia distrazione e che se non mi alzerò per verificare il gas avrò compiuto una leggerezza inammissibile che potrebbe esser fatale ad altre persone (pensiero automatico negativo). Allora mi alzerò a controllare il gas (rituale o compulsione). Senza quel tipo di pensiero automatico negativo, catastrofico e iper-responsabilizzante, non ci sarebbe il forte impulso a compiere il rituale.
Tutti noi abbiamo pensieri bizzarri talvolta
Del tempo in terapia verrà poi dedicato a comprendere che tutti gli esseri umani hanno talvolta pensieri assurdi, aggressivi, blasfemi, amorali e questo non indica nulla su qual è la natura di una persona o quali sono i suoi desideri. Così pian piano cambia il significato che i pensieri ossessivi rivestono per il paziente, relativamente al contenuto che esprimono. La persona col tempo non sente più di dover controllare tutto ciò che la sua mente produce, mentre può assumere sempre più un ruolo di osservatore consapevole e distaccato rispetto al proprio cangiante panorama mentale.
Pensieri automatici negativi
L’approccio cambia invece rispetto ai pensieri automatici negativi. Questi sono diversi dai pensieri ossessivi e anzi ne rappresentano il commento sottile e sotterraneo. I pensieri automatici sono come un dialogo interiore sottovoce quasi sempre presente, anche se spesso non ne siamo consapevoli, le cui tematiche o i cui toni si colorano delle delle credenze di fondo della persona.
Poniamo ad esempio che nella mia testa compaia un pensiero del tipo “Chissà come sarebbe lanciarsi dall’ultimo piano di questo grattacielo?”. Poniamo poi che a questo seguissero alcuni pensieri automatici: “Ma che pensieri perversi che ho. Questo significa probabilmente che sono depresso. Forse desidero morire. Che ingrato. Con tutto quello che possiedo di bello. Se gli altri sapessero cosa mi passa per la testa.” In questo caso il primo pensiero è qualcosa su cui non è necessario intervenire in alcun modo in quanto non rappresenta nulla di patologico o disfunzionale. Mentre invece potremmo dedicarci a discutere le posizioni dei nostri pensieri automatici, perché rappresentano una lettura della realtà distorta e dannosa per la persona.
Esposizione con prevenzione della risposta
Il cuore dell’intervento cognitivo-comportamentale è sicuramente la tecnica dell’esposizione con prevenzione della risposta.
“L’esposizione consiste nel porsi ripetutamente e intenzionalmente nelle situazioni che innescano le paure ossessive e la necessità di mettere in atto il cerimoniale compulsivo; proprio quelle situazioni che la persona con DOC eviterebbe il più possibile. La prevenzione della risposta consiste nell’astenersi deliberatamente dal fare quello che normalmente serve ad alleviare il disagio causato dall’ossessione, ovvero qualunque forma di rituale o richiesta di rassicurazione.”
Gabriele Melli. Vincere le ossessioni. Eclipsi
La psicoterapia cognitivo-comportamentale costituisce il trattamento psicoterapeutico di elezione per bambini, adolescenti e adulti con disturbo ossessivo, essendo scientificamente fondata e verificata nella sua efficacia da numerose ricerche.